Voci dalla Grecia: parla Theano Fotiou

L’intervista è stata pubblicata anche su Transform Italia il 13/10/2021, di Alberto Deambrogio

Theano Fotiou è un’architetta e politica greca appartenente a Syriza. Da gennaio 2015 a luglio 2019 è stata ministro della solidarietà sociale nel primo e secondo governo Tsipras. Attualmente nel Parlamento ellenico, rappresenta il collegio elettorale di Atene B. Ha voluto cortesemente rispondere alle nostre domande e per questo la ringraziamo.

Alberto Deambrogio: Il giorno in cui ad Atene avete manifestato contro la riapparizione delle aggressioni fasciste un anno dopo la sentenza che condannava Alba Dorata come una organizzazione criminale, i fascisti hanno distrutto a Roma la sede della CGIL, il più grande sindacato in Italia…

Theano Fotiou: L’aggressione fascista a Roma contro la sede della CGIL è un fatto molto grave. A parte la nostra più ferma solidarietà al più grande sindacato italiano e al suo segretario Maurizio Landini, dobbiamo vedere molto chiaramente che il fascismo sta alzando la testa a livello europeo. Abbiamo una marea di partiti di estrema destra e di organizzazioni neofasciste e neonaziste e perfino dei governi che accarezzano e tollerano atteggiamenti di questo genere. Non abbiamo mostrato l’attenzione dovuta a livello continentale. Lo vediamo tutti i giorni.

In Grecia un anno dopo l’enorme vittoria contro il fascismo e il nazismo che si è avuta con la condanna di Alba Dorata come organizzazione criminale, una sentenza senza precedenti, una grande vittoria del popolo greco, della giustizia e della magistratura naturalmente, gruppi e nuclei di neofascisti e neonazisti della stessa Alba Dorata o di altre organizzazioni hanno scelto l’anniversario del verdetto per attaccare gli studenti delle scuole medie a Salonicco. Hanno deliberatamente deciso di dare una dimostrazione di forza con aggressioni alle istituzioni educative: la cosa più pericolosa che si possa immaginare. Il fascismo cerca di allargare la sua influenza tra i minorenni. Abbiamo avuto una serie di attacchi fascisti e dimostrazioni di forza ad Atene, a Salonicco e in altre città; hanno cercato anche di infiltrare la loro presenza dentro le proteste dei dubbiosi o contrari al vaccino.

Sfortunatamente il governo di Mitsotakis, che galleggia tra due barche, il centrodestra e l’estrema destra, per raccogliere i voti di quest’ultima, non tiene una posizione ferma contro le aggressioni e la presenza fascista e sta rilanciando la teoria molto pericolosa dei due estremismi, che ha nutrito per anni Alba Dorata. Ricordiamo molto bene che quella teoria si è affermata con lo scoppio della crisi e le proteste contro l’austerità nel 2011 e ha reso più facile la copertura delle prime aggressioni criminali di Alba Dorata, le uccisioni di immigranti per arrivare al 2013 con l’assassinio di Pavlos Fyssas.

L’aggressione contro la CGIL a Roma ha dimostrato anche un carattere anti-operario, l’odio contro i lavoratori organizzati che nutrono i fascisti. Vorrei sottolineare con forza che anche noi dobbiamo mobilitarci con i sindacati; occorre che tutte le nostre società siano in prima fila contro il fascismo.

A.D.: Nelle nostre società sembra prendere corpo la speranza (molto alimentata da media e governi in carica) che sarà possibile uscire dalla pandemia e dalla crisi con i fondi europei. Lei che ne pensa?

T.F.: In realtà l’Europa sembra aver fatto una specie di autocritica, cercando di salvarsi dalla crisi della pandemia con la creazione, per la prima volta, di due strumenti abbastanza importanti: il Fondo la Ripresa e Resilienza e l’abbandono, l’allentamento dei controlli ferrei sulla finanza pubblica. Contemporaneamente, sempre per prima volta, si è cominciato a parlare di diseguaglianza.

Sembra però, sia da parte del nostro sia da quella degli altri governi, che si voglia affrontare la crisi della pandemia come un fatto che ha una data di scadenza. Il nostro governo da un anno e mezzo annuncia ogni tre mesi la fine della pandemia, creando enormi problemi e peggiorando la situazione, perché non vuole spendere nemmeno un euro per la Sanità pubblica e intende invece consegnare il sistema pubblico nelle mani dei privati. Per questo ogni giorno la pandemia “finisce”, ma sfortunatamente aumentano le sue vittime.

Nello stesso tempo l’Europa sembra considerare che il suo dovere sia compiuto con l’attivazione dei Fondi di Ripresa, che dovrà erogare ai vari governi. Quei Fondi dovrebbero arrivare in relazione alle ripercussioni che la pandemia ha avuto su ogni paese. Alla Grecia arriveranno 18 miliardi che non dovrà restituire e, come tutti gli altri paesi, prenderà anche dei prestiti che invece dovrà restituire. A questo punto abbiamo un nuovo paradosso per il nostro paese, che prende prestiti ad interessi molto alti per i 12 miliardi che dovrà restituire, quando per esempio il Portogallo, un paese analogo alla Grecia per dimensioni, ferite avute durante pandemia e con uno stato sociale debole come il nostro, ha chiesto solo 4,5 miliardi di prestiti e 12 miliardi di assistenza.

Il problema è che i paesi europei hanno preso dei prestiti che dovranno restituire. Il nostro governo ha deciso di distribuire i soldi a chi può prenderli in prestito e restituirli, alla grande impresa e non ai piccoli e medi imprenditori e a tutti coloro i quali sono stati colpiti dalla pandemia. Per dirla con altre parole ai suoi referenti sociali, che possono creare come nel passato un circolo vizioso tra finanziamenti pubblici e conti privati, paradisi fiscali e situazioni off-shore.

A.D.: Come valuta e come intende muoversi Syriza in questa situazione?

T.F.: Noi consideriamo in primo luogo che il capitalismo e l’Europa in generale, la sua quotidianità e il suo futuro, sarà segnato da crisi sovrapposte, continue e in grado di presentarsi una dopo l’altra. Crisi sovrapposte, dicevo, a livello delle finanze pubbliche, di situazioni sanitarie, climatiche, come del resto abbiamo visto fin d’ora. Non sarà più possibile parlare di disastri naturali, perché abbiamo capito ormai che la natura c’entra poco. Naturalmente tutte queste crisi producono e produrranno delle crisi sociali.

Questa sarà la realtà del nostro futuro. Sembra che l’Europa non voglia affrontarla. In questa situazione strati molto larghi dei già deboli, poveri o neopoveri saranno colpiti e finiranno a vivere in condizioni ancora più svantaggiate. Questo l’abbiamo visto con la crisi economica in Grecia, nel sud dell’Europa e altrove. La pandemia ha peggiorato le cose, per non dire della degenerazione climatica che ci investe con tutta la sua forza. Abbiamo visto famiglie che vivevano con grande dignità e con un tenore di vita più che discreto saltare per aria, come ad esempio gli allevatori e gli agricoltori di Eubea (Euboia – Evia, in greco).

L’Europa deve darsi nuovi strumenti, si deve attrezzare diversamente, per affrontare queste crisi sovrapposte che saranno caratteristiche nel suo futuro ed affrontare il nuovo impoverimento, per creare un nuovo stato sociale. In tutta l’Europa aumenta il numero dei lavoratori che si impoveriscono lavorando e che saranno ancora più poveri con la crisi energetica e l’aumento dei prezzi.

Noi sosteniamo che l’Europa deve avere nuovi attrezzi per affrontare le difficoltà multiple, perché un reddito minimo sociale garantito, che noi abbiamo istituito per primi in Grecia, non può risolvere queste difficoltà: non è sufficiente come strumento di previdenza sociale. Noi abbiamo pensato ad una nuova soluzione che chiamiamo Reddito dello Stato d’ Emergenza; esso è molto diverso dal reddito minimo sociale e garantito.

Alla base del Reddito dello Stato di Emergenza lo Stato ogni volta riconosce gruppi e strati di persone che sono state colpite da una crisi e non in base ai redditi che hanno avuto negli ultimi sei mesi. L’istituzione deve riconoscere che tu sei stato colpito se sei ad esempio allevatore o abiti in una certa zona o perché nella tua famiglia è successa una certa cosa. Che lo Stato riconosca i gruppi colpiti indipendentemente dai loro redditi è molto importante, così facendo può metterli sotto la protezione del Reddito di Emergenza. La prima persona di una famiglia che è stata colpita percepirà una certa somma, ogni altra persona maggiorenne o minorenne un’atra somma e via dicendo, escludendo quelle di una famiglia che non hanno subito rovesci. Il tetto dei finanziamenti di volta in volta lo decide lo Stato membro. Serve una specie di algoritmo che mobiliti l’attore pubblico per sostenere le persone sin da subito. Come sinistra in Grecia abbiamo ripetuto molte volte che ognuno di noi nella sua vita può diventare vulnerabile. Non esistono solo vulnerabili circoscritti.

I neoliberisti credono, almeno a parole, che dobbiamo sostenere l’estrema povertà. I socialdemocratici e i liberali credono che dobbiamo sostenere i vulnerabili, gli handicappati, gli anziani, i minorenni, ecc. Noi come sinistra, anche con il nostro lavoro al governo, abbiamo capito questa grande differenza, cioè che vulnerabile può diventare ognuno di noi anche a seguito di un fatto positivo come la nascita dei figli, perché il suo reddito si impoverisce. Può diventarlo una persona a causa della sua età avanzata o nella sua solitudine. Per questo dobbiamo essere pronti in ogni momento a sostenere le persone.

Durante la pandemia Tsipras ha espresso la nostra proposta al parlamento e non siamo stati ascoltati. Nel maggio del 2020 abbiamo ribadito la nostra idea dettagliata, la nostra visione dello stato sociale. Lo abbiamo riproposto dopo il disastro degli incendi durante l’estate.

Inoltre crediamo che lo Stato debba intervenire con una enorme rete di servizi gratuiti e di cura ad ogni cittadino. I servizi di cura di solito li assumono le donne, le invisibili. Le donne curano gratuitamente i bambini, gli anziani, la persona con handicap in una famiglia, la persona malata. La disoccupazione femminile è aumentata anche dal fatto che le donne non possono entrare nel mondo del lavoro. L’economia della cura è molto vasta ed il capitalismo cerca di offrirla alle mani dei capitali privati, specialmente i settori della sanità e della previdenza.

Noi abbiamo sostenuto la creazione di un codice con i dati per ogni cittadino, collegato ad ogni comune e con la supervisione dello Stato in modo che ogni persona sappia di quali servizi può usufruire gratuitamente sia attraverso il settore pubblico, sia attraverso quello privato convenzionato e controllato. L’economia della cura rappresenta un bene comune, un bene comune pubblico e deve essere gratuito per i cittadini, per la grande maggioranza sociale.

La terza cosa che abbiamo proposto anche a livello europeo è quella di proteggere i proprietari di case d’abitazione e quelli che hanno firmato mutui. Questo lo abbiamo proposto dopo la riforma del codice fallimentare che ha varato il governo Mitsotakis, la quale ha stabilito per legge anche il fallimento delle persone fisiche e non solo delle società. In Grecia, come in Italia, abbiamo una grande percentuale di persone fisiche e famiglie che hanno la loro casa di proprietà o hanno un mutuo per pagare la loro casa. Ora, la destra di Mitsotakis cerca di prendere la proprietà delle case dalle mani delle famiglie per passarla ai capitali privati, alle banche, alle società di real estate. Cercano di spingere le famiglie a perdere le loro case, a vivere in affitto e a investire il danaro in modo diverso. Per questo noi abbiamo proposto un grande taglio dei debiti delle famiglie, partendo dai mutui, e l’intervento dello Stato per aiutare le stesse a pagare le parti di mutuo con rate normali per i loro redditi. Inoltre abbiamo proposto la trasformazione di tanti edifici e immobili pubblici in case sociali, perché abbiamo un enorme aumento degli affitti, specialmente in città dove le case finiscono per essere sfruttate da Airbnb. La questione della casa è una questione complicata e dobbiamo intervenire il prima possibile per non avere tragedie come quelle che abbiamo visto in Spagna negli anni precedenti. Là, ora, il governo dei socialisti e della sinistra è intervenuto con la legge sulla casa e a Berlino abbiamo avuto il referendum consultivo contro il controllo degli affitti da parte delle grandi società immobiliari. Dobbiamo muoverci in tutti i paesi per sostenere le famiglie contro gli speculatori sulla casa. L’Europa deve imparare dai suoi sbagli e le sue tragedie e non ripeterle mai più.

Per questo è molto importante creare in Grecia un grande fronte progressista e democratico per cacciare questo governo ultraneoliberista, che si appoggia a due barche, il centrodestra tradizionale e l’estrema destra. Con il rimpasto del governo l’estrema destra ha avuto una parte molto grande nella gestione dello Stato. Utilizzano una battente campagna pubblicitaria e di comunicazione per nascondere il peggioramento e le privatizzazioni dei servizi pubblici in condizioni di paura nella pandemia e nella crisi economica che la accompagna.

SYRIZA Alleanza Progressista lavora su tutti i livelli per fermare le politiche della destra, specialmente per affrontare il rincaro dei prezzi dell’energia elettrica, del gas, degli alimenti. I passi del governo Mitsotakis portano ad un nuovo memorandum, quando noi abbiamo fatto di tutto per tirare il paese fuori dalle secche, lasciando anche decine di miliardi come un cuscino di protezione delle finanze pubbliche e dei cittadini. Dobbiamo evitare un nuovo memorandum specialmente per le giovani generazioni, perché nessuno abbia il diritto di ipotecare il loro futuro. Il conto della politica di questo governo lo pagheranno i giovani, come abbiamo visto, con la privatizzazione di una parte delle pensioni future. Lo stesso stanno cercando di fare con l’istruzione, chiudendo l’ingresso nelle Università pubbliche e completamente gratuite a decine di migliaia di giovani per condurre le loro famiglie nelle mani delle Università private.

A.D.: Il governo di Mitsotakis ha firmato un accordo da 10 miliardi con la Francia per comprare delle navi di guerra, avendo inoltre acquisito da poco degli aerei francesi. Lei che idea si è fatta di questa operazione?

T.F.: L’accordo greco-francese che è stato firmato pochi giorni fa ha tre elementi importanti. Si è presentato come un accordo che garantisce la sicurezza del paese contro l’aggressività della Turchia nel settore dove maggiori sono i problemi, cioè la Zona Economica Esclusiva (ZEE). L’accordo non garantisce niente su questa questione. Inoltre crea le condizioni per spedizioni militari greche perfino nell’Africa subsahariana, dove la Francia si impegna da anni. Alla fine dovremo mandare anche noi soldati greci. C’è poi il terzo elemento, che mi sembra ancora peggiore: la Grecia entra in una logica competitiva acquisendo costosissimi armamenti, pagando 10 miliardi quando non abbiamo soldi per i nostri ospedali e le nostre scuole. Con il nostro debito che di trova al 220% del Pil cosa dobbiamo fare in realtà? Nelle corse agli armamenti i grandi perdenti sono i popoli di tutti e due i paesi. Perderà il nostro popolo e il popolo turco e consideriamo molto pericoloso questo stato di cose, perché sempre il nostro paese ha subito enormi problemi economici ogni volta che ha seguito la corsa agli armamenti. Per questo non dobbiamo dimenticare quello che successe con i memorandum e la creazione di un enorme debito. Inoltre la smania del riarmo porta nelle sue mani il frutto avvelenato della corruzione, degli intrallazzi dello stato con le aziende private delle armi. Dobbiamo farla finita con la grande festa degli armamenti!

A.D.: Che sta succedendo ora con i profughi e gli immigranti in Grecia?

T.F.: Ci sono state tante denunce contro il nostro paese per la violazione del diritto internazionale per quando riguarda gli respingimenti. Il governo Mitsotakis tarda in maniera eclatante a creare una Commissione per investigare sulle denunce. Perfino l’Europa chiede di sapere che succede nei nostri confini. Qui si scontrano due ipocrisie. L’Europa non vuole essere solidale, con responsabilità di ognuno ad aiutare i profughi che arrivano e arriveranno, perché le persone continuano a scappare dalle guerre, dal disastro climatico e dalle condizioni di vita miserabile che affrontano nei loro paesi con l’indifferenza se non gli applausi dei governi europei. L’Europa dice al governo greco di indagare le denunce, ma nello stesso momento non fa quello che deve fare per affrontare la questione migratoria.

La questione migratoria però rappresenta uno dei punti di forza più importanti di Mitsotakis per tenere con se l’estrema destra e i suoi seguaci. Nuova Democrazia deve dimostrare che tiene i confini chiusi ad ogni costo e che non entrerà nessun immigrato in Grecia. Da questo pubblico di estrema destra, fascista e nazionalista prende una gran parte dei suoi voti.

La questione più tragica e abominevole riguarda i minori non accompagnati. Mitsotakis faceva vedere durante la pandemia che li aveva presi sotto la sua protezione, salutando undici minori non accompagnati all’aeroporto in procinto di partire per il Lussemburgo. Da allora non abbiamo a disposizione dati certi sul numero dei minori non accompagnati che sono andati in Europa; siamo abbastanza certi che non abbiano mandato nessuno.

Hanno fatto di peggio: una legge criminale che considera minori non accompagnati, i piccoli profughi che hanno superato i 15 anni, come maggiorenni, quindi adatti per essere respinti. Mitsotakis è come Ianus, da una parte cerca di mostrare che vuole bene ai bambini e ai minorenni e dall’altra applica una politica crudele ribattezzandoli maggiorenni per respingerli nei loro paesi di origine, che si fa finta di considerare sicuri. Pietà! Giù le mani dai minorenni. Questa è una grande vergogna per lo Stato greco e Mitsotakis.

Per quello che riguarda i profughi nei campi hanno scelto di chiudere le loro porte e farli diventare delle prigioni invece di cercare il loro assorbimento nelle nostre società. Lo voglio dire in piena consapevolezza che l’assorbimento dei profughi e degli immigrati nelle comunità greche, nella nostra società, è una grande occasione e soluzione per affrontare il problema demografico che abbiamo. Mitsotakis e la destra nazionalista possono fare gli appelli che vogliono alle donne greche per far nascere più bambini, ma non andranno molto lontano attaccando le giovani ventenni ree di non procreare per tempo. Per questo Mitsotakis è come Ianus, ha sempre due facce e vai a capire quale è la peggiore. L’unica cosa certa è che le due facce diventano una per proteggere gli interessi dell’oligarchia, la sua ideologia pericolosa e velenosa.

Ringraziamo Argiris Panagopoulos per la traduzione

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