Il 15 luglio scorso la Commissione ha aperto una procedura di infrazione contro 24 Stati membri per non aver rispettato in tutto o in parte le disposizioni della Direttiva 2014/67 sull’attuazione della Direttiva 96/71 (c.d. “Enforcement”). I paesi implicati sono Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia e Finlandia.
La Direttiva 2014/67 contiene un pacchetto di misure di carattere sostanziale (volte a contrastare l’abuso dello status di lavoratori distaccati per eludere i vincoli normativi e il ricorso a società fittizie, c.d. “letter box companies”), combinate con misure meramente procedurali, che dovrebbero permettere un più efficace contrasto a comportamenti elusivi, da parte delle imprese, delle regole dettate dalla Direttiva 96/71 sulle condizioni di lavoro da applicare ai lavoratori distaccati nello Stato ospitante.
La notizia è stata accolta con favore dal nostro eurogruppo The Left, che ha ricordato in un comunicato stampa i numerosi casi di abusi nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura, ricordando che solo in Belgio il mese scorso sono morti cinque lavoratori nella costruzione di una scuola. Tutti erano lavoratori in distacco.
L’eurodeputato danese della Sinistra Nikolaj Villumsen ha dichiarato: “Esortiamo la Commissione e gli Stati membri a rafforzare l’applicazione della Direttiva 96/71 introducendo l’obbligo di una notifica preventiva di distacco ed una Carta Europea del Lavoro Personale per assicurarsi che gli ispettori del lavoro possano verificare che tutti i lavoratori distaccati siano protetti correttamente”.